domenica 10 novembre 2013

Il tartufo e il cane, o meglio, il cane e il tartufo.

Binomio da sempre imprescindibile, da quando anticamente e come da fonti storiche, l'uno si è unito all'altro dando il via ad un processo che nel tempo si è trasformato, con l'intervento dell'uomo e a ragione, in espressione artistica. Poiché di questo si tratta.

Il rapporto che lega il tartufaio al proprio amico è perlopiù costruito sulla stima e la fiducia reciproche, ciò che provoca questo non è conosciuto ai più, ma di fatto, gran parte di quello che contribuisce alla celebrità del famoso fungo, dipende solo da questo.

Non esiste tartufaio (cercatore di tartufi), o tartufo, senza un cane e viceversa. Questa è una certezza.

Quello che sembra essere carente, è il riconoscimento come dire, palese e anche ufficiale del ruolo che riveste il nostro amico a quattro zampe, ossia, il tartufo è senz'altro il Re indiscusso, mentre resta in secondo piano, incomprensibilmente, il cane. Talvolta passa come inosservato, o poco notato e non a molti viene da chiedere chi sia stato a trovare quel certo tartufo.

Il nostro compagno di caccia è una presenza indispensabile e molto preziosa, in assenza della quale risulterebbe impossibile la cerca al tartufo.
Il nostro fido si infila nei cespugli di rovi, cammina instancabile su impervi saliscendi, si bagna, si stanca e sempre con il naso a terra alla ricerca del tartufo. E quando lo trova, si accontenta di poco, spesso solo della soddisfazione del proprio conduttore.

In realtà è lui il vero protagonista!

Questo vuole essere un elogio al soggetto più importante di questa storia, che in giorni di Sagra, ci sembra ancora più opportuno sottolineare.