Binomio da sempre imprescindibile, da
quando anticamente e come da fonti storiche, l'uno si è unito
all'altro dando il via ad un processo che nel tempo si è
trasformato, con l'intervento dell'uomo e a ragione, in espressione
artistica. Poiché di questo si tratta.
Il rapporto che lega il tartufaio al
proprio amico è perlopiù costruito sulla stima e la fiducia
reciproche, ciò che provoca questo non è conosciuto ai più, ma di
fatto, gran parte di quello che contribuisce alla celebrità del
famoso fungo, dipende solo da questo.
Non esiste tartufaio (cercatore di
tartufi), o tartufo, senza un cane e viceversa. Questa è una
certezza.
Quello che sembra essere carente, è
il riconoscimento come dire, palese e anche ufficiale del ruolo che
riveste il nostro amico a quattro zampe, ossia, il tartufo è
senz'altro il Re indiscusso, mentre resta in secondo piano,
incomprensibilmente, il cane. Talvolta passa come inosservato, o poco
notato e non a molti viene da chiedere chi
sia stato a trovare quel certo tartufo.
Il nostro compagno di caccia è una
presenza indispensabile e molto preziosa, in assenza della quale
risulterebbe impossibile la cerca al tartufo.
Il nostro fido si infila nei cespugli
di rovi, cammina instancabile su impervi saliscendi, si bagna, si
stanca e sempre con il naso a terra alla ricerca del tartufo. E
quando lo trova, si accontenta di poco, spesso solo della
soddisfazione del proprio conduttore.
In realtà è lui il vero protagonista!
Questo vuole essere un elogio al
soggetto più importante di questa storia, che in giorni di Sagra,
ci sembra ancora più opportuno sottolineare.
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