Ogni anno non vedo l’ora di
preparare una tra le mie frittate preferite, la frittata marzolina.
Servono chiaramente uova
fresche di pollaio, non del supermercato, acquistate presso il nostro socio
che ci rifornisce di pollame e altri prodotti di fattoria.
Serve un cane da tartufi per
procurare il tartufo marzuolo, una vanga per scavare i lampascioni (cipollaccio
col fiocco o giacinto dal pennacchio), un coltello per raccogliere il finocchio, l’aglio selvatico e gli asparagi selvatici.
Si lavano e si scottano i
bulbi dei lampascioni, si tritano e si fanno rosolare in padella insieme
all’aglio in olio extravergine di oliva delle nostre colline, si aggiungono i
finocchietti e gli asparagi sminuzzati e si fanno cuocere bagnando con del vino
bianco. A cattura ultimata si versano le uova, quando saranno rapprese si
cosparge la frittata con tartufo marzuolo sminuzzato e si ripiega la fritta a
mo’ di saccottino. Si lascia riposare a fuoco spento per alcuni minuti e si
serve. Come contorno consiglio una bella insalata di erbe selvatiche.
In pratica serve un’uscita di
due tre ore, ci si reca in una tartufaia di marzuolo e, trovati i tartufi
sufficienti, si raccolgono tutte le erbe necessarie che sicuramente troveremo
nei dintorni della tartufaia.
Un’uscita rilassante, coi
primi soli primaverili, immersi nella natura, ci fa ricordare la nostra
appartenenza alla terra e alle sue meraviglie...
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